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Writer's picturegrazia montalto

LEE KRASNER by Paulette

Voglio che una tela respiri e sia viva. Essere viva è il punto”



Leonore Krasner nacque a Brooklyn nel 1908 ed è stata tra le più importanti pittrici dell’Espressionismo astratto, una figura molto particolare nel panorama artistico dell’epoca dove le presenze femminili erano sicuramente rare, una autentica sperimentatrice, imprevedibile ed originale.

Come tutte le donne artiste, ha dovuto aspettare molto tempo per poter raggiungere il successo: la sua prima personale fu presentata nel 1965 a Londra e solo alla fine della sua vita avvenuta nel 1984, raggiunse l’apice della notorietà senza mai essere scesa a compromessi e sempre “fiera della sua autonomia intellettuale” mai scalfita nemmeno dalla presenza di Jackson Pollock che sposò il 25 ottobre del 1945.

La sua vita è ripercorsa continuamente da sfide sostenute con grinta e passione sempre nel rispetto dell’integrità della sua persona, anticonformista e controcorrente anche nelle cose all’apparenza più banali, come quando trasformò il suo nome in Lee (utilizzabile anche al maschile) per iscriversi alla Women’s Art School: il mondo artistico dell’epoca le stava sicuramente stretto e, dopo essere riuscita ad entrare nel 1928, dopo numerose sue proteste, all’Accademia, la giudicò senza mezzi termini “un ambiente sterile, di mediocrità ingessata”.

Presto, anche per difficoltà economiche, lasciò l’Accademia e nel 1937, a seguito di una borsa di studio, entrò nella prestigiosa Hans Hoffmann School di New York, dove incominciò la sua avventura nell’arte astratta.

In questo periodo lavora moltissimo: progetta vetrine, partecipa a mostre e conosce Pollock con il quale si trasferisce a Springs nella casa oggi conosciuta come Pollock-Krasner House ( di questo periodo è il Mosaic Table realizzato mettendo insieme vari oggetti trovati nella casa.



Da questo momento ha inizio la sua frenetica sperimentazione costellata anche da insuccessi e delusioni; ma lei non si darà mai per vinta, continuando a lavorare, sperimentare, fino a realizzare, nel 1955 dei collage dove incorpora lavori che aveva distrutto, carta fotografica e alcuni disegni che Pollock aveva scartato, e pennellate di vernice: questi collage furono

esposti nel 1955 alla Stable Gallery.

Da questo momento sarà pressoché impossibile trovare uno stile unitario e riconoscibile nel suo lavoro: spinta sempre da un forte senso di libertà si troverà sempre in una posizione “controcorrente” che la porterà continuamente a sperimentare e a cercare nuovi mezzi di espressione. Anche il colore non è escluso da questa ricerca, e i suoi quadri risultano prima terrosi e foschi e poi luminosi e variopinti.


Dopo la morte di Pollock, i suoi quadri risentirono inevitabilmente del forte dolore provato e della grossa perdita perché “dipingere non è qualcosa di estraneo alla vita. E’ la stessa cosa. E’ come se mi chiedessero se voglio vivere”. Le opere sono attraversate da forze psicologiche oscure e man mano diventa no sempre più spente ed essenziali fino alla serie

intitolata “Viaggi Notturni” in cui la tavolozza è limitata al bianco e alla terra e i quadri assumono una consistenza organica più marcata


Ben presto, all’inizio degli anni ’60, ritorna il colore: l’artista applica la vernice direttamente dal tubo sulla tela e usa le dita per guidare i movimenti cercando di far sprigionare l’energia direttamente dal pigmento, come in una sorta di rito magico


Nel 1973, ottiene la prima mostra personale nella sua città, New York. L’opera fondamentale di questa esposizione si intitola Palingenesis (rinascere)


Il tema affrontato dall’artista è fondamentale e riassume tutto il significato della sua arte, un’arte intesa come continua ricerca e caratterizzata sempre da un forte senso d’indipendenza, resa ancor più marcata proprio dal fatto, come lei stessa sottolineava, di essere stata ignorata lungamente dal mercato.

“Lontano dalle pretese dei collezionisti e dal mondo istituzionale dell’arte, Lee Krasner non ha mai ripetuto se stessa. Nemmeno una volta” ed è riuscita a sperimentare fino alla fine rispettando fino in fondo la sua idea più importante:

“l’evoluzione, la crescita e il cambiamento non si fermano mai. Il cambiamento è vita”

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